CollageArt

L’uso del collage, o papiers collés, per la creazione di opere d’avanguardia, risale agli inizi del Novecento: consiste nell’incollare – il termine francese potrebbe essere tradotto con “incollaggio” – a un fondo frammenti di carta colorata, ritagli di giornale o di immagini fotografiche, disposti secondo l’effetto estetico desiderato. Nell’Ottocento il ritaglio e l’incollatura giustapposta di elementi diversi si utilizzava nell’ambito devozionale per comporre piccoli quadri religiosi o per decorare i diari. L’utilizzo in campo artistico di questa tecnica povera che accosta o sovrappone parzialmente e incolla – la traduzione letterale in italiano del termine sarebbe “incollatura” – materiale iconografico già composto e definito assume le caratteristiche della rottura rispetto alle tecniche nobili della pittura e del disegno. Una rottura che comprende tecnica, forma e contenuto.

“Che cosa ci insegna la tecnica del collage? 
Questa è contenuta in un doppio processo di decostruzione e ricostruzione. Dapprima l’artista seleziona nel reale un insieme di immagini e materiali eterocliti. Il suo sguardo cattura i dettagli ed è rapito da forme. Allora la mano, armata di forbici, ritaglia, preleva. Si accumulano i pezzi sparsi di una realtà che non ha più alcun senso ma che si ricarica di nuove potenzialità. Poi l’artista contempla un’altra volta le forme individuate che il suo sguardo eleva a trovata. La scelta è fatta, l’artista si appropria di un supporto e inizia ad assemblare i pezzi di questo puzzle senza modello. Mette in relazione, trova legami e si entusiasma per le dissonanze, giustappone e sovrappone, ricopre e scopre.

La colla diventa allora il suo strumento, pur invisibile nel risultato finale.